suggestiva visita del Castello di Montecuccolo in NOTTURNA , abbinata una cena/degustazione a tappe a cura della Vetusta Locanda del Castello di Montecuccolo & dello chef Daniele Bordone :- aperitivo di benvenuto – parmigiano reggiano stagionato con aceto balsamico di Modena invecchiato, lambrusco Grasparossa – tortellini in crema di parmigiano e tartufo, Malbo Gentile di Modena igp – selezione di cioccolata fondente con rhum scuro speziato inizio visita ore 21:00 solo su prenotazione. info: Alessio 3477512551info@locandavetusta.com€35,00 cad.
Il primo evento dedicato ad una delle principali eccellenze storico-architettoniche e naturalistiche del Comune di Pavullo nel Frignano il Ponte di Olina nell’anniversario dei suoi primi 500 anni, dalla costruzione nel 1522, alla quale oltre al contributo dei Conti Montecuccoli e delle comunità del territorio, parteciparono le città di Lucca & Firenze, si inaugurava infatti uno snodo fondamentale di transito dal Ducato di Modena e Reggio e più in generale dalle terre dell’attuale Emilia Romagna attraverso l’appennino modenese verso la Toscana. L’ evento propone un’affascinante itinerario sentieristico a cura de La via dei monti con guida escursionistica professionista (per tutti i dettagli tecnici dell’evento rimando alla descrizione nel link) e le spiegazioni storiche del prof. Andrea Pini e di Alessio Bononcini per Il Frignano dei Montecuccoli. La volontà è quella di mettere in campo durante il 2022 una serie di eventi dedicati al Ponte di Olina. https://facebook.com/events/s/5oo-di-questi-annii-cinque-sec/383094756739630/ Sono aperte le iscrizioni !!!! Alessandro 3382401848
nel frattempo il Museo storico presso il Castello di Montecuccolo si è arricchito con un modellino del Ponte di Olina opera dell’artista Giuseppe Ricci, un modo ulteriore per rendere omaggio ai 500 anni e per fare della Rocca e del Museo un volano verso le eccellenze storico-architettoniche artistiche e naturalistiche del nostro splendido territorio
Un ringraziamento a Roberto Gianaroli per la donazione al Museo storico Montecuccoli di un mobile in noce, tavolo-scrivania con cassettone, del XVII° secolo. Come potessero apparire le stanze del Castello quando erano vissute e ammobiliate, lo possiamo solo immaginare con difficoltà; ecco che donazioni come questa, sono preziose, in quanto restituiscono scene di vita del passato, ridanno calore alle stanze restaurate, creano “memoria condivisa”.
Il 22 febbraio 1609 Raimondo Montecuccoli venne battezzato nella cappelletta di famiglia che si trovava a quei tempi nella Rocca di Montecuccolo. La leggenda vuole che sia nato nella camera, che poi ha preso per consuetudine il nome di “stanza del Generale”. Ci troviamo in una vera e propria Torre, quella di piazza; che al tempo di Raimondo era già stata unificata alle altre aree del palazzo, fin dalla fine del ‘400 a tempi del Conte Cesare. Diamo un’occhiata, alla base ci sono le prigioni della rocca, nel piano di sotto è ancora presente la porta, seppure murata con la quale si accedeva direttamente alla torre quando questa era un corpo separato; esteriormente si nota anche lo scarico di un bagno, di cui si è persa ogni traccia, tipico di queste strutture le quali prevedono questa necessità in caso di assedio. La stanza stessa ha le caratteristiche proprie di una Torre, gli spioncini esterni visibili in queste fotografie (andrebbe trovato un’espediente tecnico per renderli nuovamente visibili), entrando in questa camera, si nota lo spessore enorme delle mura; ancora…non a caso si scende uno scalino, il livello è differente rispetto al resto del piano nobile. Quest’area prese fuoco nel 1545, e venne restaurata da Galeotto I° con affresci rinascimentali, stemmi Montecuccoli e motti latini. La stanza, che aveva poi perso il suo primigenio scopo difensivo, era divenuta una delle più belle di tutta la rocca, ed era riscaldata da un camino su cui ancora oggi fa bella mostra “l’aquila sui monti”, arma gentilizia della famiglia. Della presenza di Raimondo in questa stanza, possiamo dire per certo che è stato tenuto in braccio da sua mamma, la Contessa Anna Bigi, sugli scalini in pietra che si trovano ai lati delle due finestre…uno scorcio meraviglioso e ineguagliabile si apre sul Cimone e il fascino selvaggio delle nostre montagne. Possiamo immaginarlo bambino ammirare i motti latini che sicuramente lo impressionarono: “NOSCE TE IPSUM” – conosci te stesso, “ASINUM TONDES” – è cosa inutile far la barba all’asino” – “NEQUID NIMIS” – nulla è di troppo “NOSCE TEMPUS” – impara a conoscere le opportunità “HOME BULA” – l’uomo è una bolla “IACTA EST ALEA” – il dado è tratto “FUMUM FUGIENS IN IGNEM INCIDIS” – scappando dal fumo incappi nel fuoco “UBI AMICI IBI OPES” – dove ci sono amici, lì c’è vera ricchezza “NON OMNIA PUSSUMUS OMNES” – nessuno di noi può tutto