La Stanza del Generale

Il 22 febbraio 1609 Raimondo Montecuccoli venne battezzato nella cappelletta di famiglia che si trovava a quei tempi nella Rocca di Montecuccolo. La leggenda vuole che sia nato nella camera, che poi ha preso per consuetudine il nome di “stanza del Generale”. Ci troviamo in una vera e propria Torre, quella di piazza; che al tempo di Raimondo era già stata unificata alle altre aree del palazzo, fin dalla fine del ‘400 a tempi del Conte Cesare. Diamo un’occhiata, alla base ci sono le prigioni della rocca, nel piano di sotto è ancora presente la porta, seppure murata con la quale si accedeva direttamente alla torre quando questa era un corpo separato; esteriormente si nota anche lo scarico di un bagno, di cui si è persa ogni traccia, tipico di queste strutture le quali prevedono questa necessità in caso di assedio. La stanza stessa ha le caratteristiche proprie di una Torre, gli spioncini esterni visibili in queste fotografie (andrebbe trovato un’espediente tecnico per renderli nuovamente visibili), entrando in questa camera, si nota lo spessore enorme delle mura; ancora…non a caso si scende uno scalino, il livello è differente rispetto al resto del piano nobile. Quest’area prese fuoco nel 1545, e venne restaurata da Galeotto I° con affresci rinascimentali, stemmi Montecuccoli e motti latini. La stanza, che aveva poi perso il suo primigenio scopo difensivo, era divenuta una delle più belle di tutta la rocca, ed era riscaldata da un camino su cui ancora oggi fa bella mostra “l’aquila sui monti”, arma gentilizia della famiglia. Della presenza di Raimondo in questa stanza, possiamo dire per certo che è stato tenuto in braccio da sua mamma, la Contessa Anna Bigi, sugli scalini in pietra che si trovano ai lati delle due finestre…uno scorcio meraviglioso e ineguagliabile si apre sul Cimone e il fascino selvaggio delle nostre montagne. Possiamo immaginarlo bambino ammirare i motti latini che sicuramente lo impressionarono: “NOSCE TE IPSUM” – conosci te stesso, “ASINUM TONDES” – è cosa inutile far la barba all’asino” – “NEQUID NIMIS” – nulla è di troppo “NOSCE TEMPUS” – impara a conoscere le opportunità “HOME BULA” – l’uomo è una bolla “IACTA EST ALEA” – il dado è tratto “FUMUM FUGIENS IN IGNEM INCIDIS” – scappando dal fumo incappi nel fuoco “UBI AMICI IBI OPES” – dove ci sono amici, lì c’è vera ricchezza “NON OMNIA PUSSUMUS OMNES” – nessuno di noi può tutto

21 febbraio 1609 nasce Raimondo Montecuccoli

▪️21 febbraio 1609 nasce Raimondo Montecuccoli. ▪️opera dell’artista pavullese Giovanni Ferrari Scultore che lo ritrae a grandezza naturale, nella mano destra ha il bastone di comando da Feldmaresciallo, la sinistra sfiora un volume delle sue opere letterarie. Alle sue spalle sullo scranno lo stemma dei Montecuccoli, e la vallata di Pavullo nel Frignano, collezione privata presso la borgata di Mediana in Montecuccolo. ▪️nato nel Castello di Montecuccolo dal Conte Galeotto e dalla Contessa Anna Bigi, qui battezzato il 22 nella cappelletta di famiglia che si trovava tra le mura della rocca; partì a 16 anni alla volta della Guerra dei Trent’anni in Europa. ⚔👑 Divenne il più grande genio militare del suo secolo, il Seicento, nel quale la civiltà europea viveva il passaggio all’epoca moderna, elaborò strategie militari mentre le armi da fuoco stavano rivoluzionando completamente la guerra, si trovò da ragazzo nel teatro della più sanguinosa guerra di religione che abbia mai sconvolto l’Europa, fu diplomatico in Svezia e in Inghilterra, salvò l’Europa dall’invasione ottomana 🇹🇷 e sconfisse in battaglia l’esercito del Re di Francia Luigi XIV°🇨🇵. Per 50 anni ha difeso in armi ⚔ l’Europa Cristiana & Cattolica che l’Impero degl’Asburgo rappresentava, senza mai essere sconfitto ⚔. I suoi scritti sono stati studiati da Napoleone Bonaparte, dallo Zar di Russia. ▪️dal 2021 il Castello di Montecuccolo (Comune di Pavullo nel Frignano , Modena) ospita un Museo, che ne restituisce la memoria alla sua patria nativa l’Italia.

Uno speciale ringraziamento!

Durante gli oltre 10 anni di attività, l’Associazione ha incontrato molte persone che con il loro sostegno ed incoraggiamento ci hanno spronato a proseguire le nostre attività e superare le mille problematiche che di volta in volta si presentavano.
Due di queste persone hanno contribuito a farci crescere moralmente ed a farci capire quanto importante sia fare sempre ciò in cui si crede veramente: Luisa Leoni e Maria Antonietta Ventre.

Luisa, vicina all’Associazione sin dalla sua fondazione, è stata l’artefice di quello che per tutti noi è stato uno dei momenti più emozionanti: l’incontro con Padre Berardo Rossi!
Conoscevamo Padre Berardo tramite la biografia di Raimondo Montecuccoli, ma mai ci saremmo aspettati di poterlo conoscere e discutere con lui dei vari progetti che avevamo in mente e, durante questo cordialissimo incontro, rimase colpito dal nostro entusiasmo e dalla concretezza del nostro programma.
 Ci spronò a continuare su quella strada e non credere a chi diceva che avremmo solo sprecato il nostro tempo per un progetto che difficilmente saremmo riusciti a realizzare.

Luisa fu anche l’artefice dell’incontro con Maria Antonietta Ventre, in occasione della mostra che nel 2013 allestimmo nelle sale del Castello: si rese disponibile per un ricordo di Padre Berardo (da poco scomparso), che avrebbe dovuto essere l’ospite d’onore dell’evento.
La signora Ventre ci fece l’onore di presenziare all’apertura del Museo Raimondo Montecuccoli, nel giugno 2021: visibilmente commossa scoprì una targa che dedicava la terza sala del Museo a Padre Berardo.
 In quella occasione paragonò l’incontro con Padre Berardo ed il suo apprezzamento verso l’Associazione, ad un simbolico passaggio di testimone, avendo noi in parte ripreso le idee che per anni lui tentò di portare a termine. Tutto questo ci ha molto inorgogliti, ma anche investiti di una enorme responsabilità, visto lo spessore morale e culturale del personaggio.

Questo non vuole essere un semplice ringraziamento, ma la testimonianza di gratitudine verso chi così tanto ha fatto per “il Frignano dei Montecuccoli”, con la promessa che non ci fermeremo certamente qui: molto è stato fatto ma moltissimo ancora c’è da fare.

GRAZIE!!!

Grazie anche per averci citato nelle pagine di “Mariele”, la rivista della fondazione Mariele Ventre!