Iniziati i lavori di restauro della Capannina in sasso nel borgo di Montecuccolo

Sono iniziati i lavori di restauro della capannina in sasso, che si trova ai piedi della rocca di Montecuccolo.Di seguito il mio articolo che uscì sulla Strenna 2011 relativo alla proposta avanzata dalla nostra associazione, “Il Frignano dei Montecuccoli” per il recupero dell’architrave posto in detta Capannina.

Il restauro dell’architrave del Conte Cesare e di Taddea Perondoli, Montecuccolo (metà del XV secolo)

 In alto: parti originali dell’architrave; i tre blocchi nel quale è suddiviso dovranno essere riunificati orizzontalmente.  Sotto: Ricostruzione grafica dell’architrave: al centro lo stemma dei Montecuccoli affiancato dall’arma dei Perondoli e dalle spirali solari ai lati (a cura di Roberto Amadori “Il Frignano dei Montecuccoli”).

Nel febbraio del 2011, quando ancora non era sopito il clamore e il dispiacere per il crollo, avvenuto il Natale precedente, di un tratto delle mura del Castello di Montecuccolo; anche la capannina in sasso mostrò i segni del tempo con il cedimento di parte del muro esterno destro. Posta ai piedi della Rocca, all’ingresso del borgo, essa venne costruita nel XIX secolo con materiale di recupero proveniente da parti diroccate del Castello. Nella porticina di ingresso si nota l’utilizzo di un antico architrave tagliato a pezzi e utilizzato verticalmente come piedritto-colonna destra. La parte decorata del piedritto misura1 metroe15 centimetri, pertanto essendo i 3/5 dell’originale; l’architrave doveva raggiungere quasi i due metri di lunghezza. Partendo dal basso, ovvero il centro dell’architrave originale disposto orizzontalmente; troviamo lo stemma dei Montecuccoli; oggi si possono ammirare solo i sei monti con le cuccole d’oliva uscenti, ma un occhio esperto può notare le tracce della prosecuzione dello scudo gentilizio e degl’artigli dell’aquila imperiale che attesta la datazione a dopo il 1368. Segue uno scudo, con piccoli oggetti ripetuti. A prima vista sembrerebbe trattarsi della figura araldica del giglio, ma osservando attentamente risulta evidente che trattasi invece di pere mature dotate di fogliame.

Ma a quale famiglia appartengono? Quale legame aveva questa famiglia coi Montecuccoli?

Ci troviamo di fronte ad uno “stemma parlante”; con questo termine in araldica si indica l’utilizzo quale soggetto primario dell’impresa gentilizia, di oggetti, animali, piante o attributi che alludano in modo diretto al cognome della famiglia a cui ci si riferisce. In questo caso i frutti rimandano ad una nobile e potente famiglia ferrarese. Si tratta dello stemma dei Perondoli di Ferrara: “di rosso, a sei pere d’oro, picciolate e fogliate a due pezzi d’argento o di verde, 3.2.1. “[1]. Il mistero è dunque svelato; si tratta dell’architrave celebrante le nozze tra il Conte Cesare I Montecuccoli (l’ultimo grande signore feudale del Frignano 1418-1506) e la moglie Taddea proveniente dalla potente e facoltosa famiglia ferrarese dei Perondoli. All’estremità dell’architrave troviamo la figura del sole rotante , simbolo popolare di fertilità e fortuna , in questo caso buon augurante per la nobile coppia di sposi. Questa figura fiancheggia i sei monti dei Montecuccoli in entrambi i versi di rotazione anche in un architrave che si trova a Verica. La rotazione raffigurata nella spirale solare allude al ciclo delle stagioni, del tempo e della vita nonché al movimento eterno perfetto e immutabile dei corpi celesti. Della parte destra dell’architrave, rimangono due conci, inseriti al di sopra del trave in legno sopra la porta della capannina. A sinistra troviamo la spirale solare destra e a destra ciò che rimane (la metà) dello scudo gentilizio dei Perondoli destro (il sinistro è raffigurato nella versione con tre pere, mentre il destro ne portava sei). Come si è detto l’architrave celebra il Conte Cesare e il suo legame matrimoniale con la potente famiglia dei Perondoli di Ferrara. La datazione è attribuibile intorno alla metà del XV secolo. Cesare ricevette l’investitura dall’Imperatore Federico III in visita al Duca Borso D’Este[2] il 9 settembre 1453 nella cattedrale di Ferrara[3]. A quell’epoca Cesare aveva 35 anni; assunto il titolo di Conte, lo troviamo sempre più spesso presente a Ferrara quale Gentiluomo del Duca Borso. Il matrimonio con una nobile ferrarese e l’architrave che lo celebra, risalgono pertanto a quel decennio. Il matrimonio tra Cesare e Taddea non fu tutto rose e viole! La moglie venne accusata di praticare alchimia con un prete col quale avrebbe poi fabbricato monete false. Per impedire torture sofferenze e prigionia alla moglie, il Conte Cesare fu costretto a cedere al Duca tutte i possedimenti che aveva nel territorio di Crespellano[4]. Nel XIX secolo il Castello versava in un profondo stato di rovina e deperimento. A quel tempo l’architrave, probabilmente già parzialmente danneggiato, venne sezionato da un abitante del borgo, per ottenere dei blocchi rettangolari utili per la costruzione della capannina in sasso. Gli stemmi nobiliari vennero così riutilizzati come puro materiale edile; la linea del taglio effettuato è ancora molto evidente; essa ha reciso l’aquila imperiale che sporgeva verso l’alto rispetto agl’altri elementi. L’Associazione “Il Frignano dei Montecuccoli” ritiene che l’imminente restauro della capannina in sasso, a seguito dell’ultimo crollo possa dunque essere un occasione per la valorizzazione e la messa in sicurezza degl’elementi che compongono l’architrave, i quali dovranno essere riunificati e disposti orizzontalmente al di sopra della nuova porta di ingresso, come nella ricostruzione da noi proposta. In particolare il nuovo riposizionamento salvaguarderà l’architrave dai rischi a cui era esposto fino ad ora trovandosi al livello del terreno direttamente sulla strada. Verrà così restituita al borgo di Montecuccolo la memoria del matrimonio tra il Conte Cesare e la sua sposa Taddea Perondoli di Ferrara. Il progetto di recupero proposto dalla nostra Associazione ha trovato pieno accoglimento da parte dei proprietari della capannina con i quali siamo in contatto. Cogliamo qui l’occasione per ringraziarli per aver preso atto dell’importanza dell’architrave e per la disponibilità dimostrata fin da subito alla realizzazione di questo progetto.

Alessio Bononcini – Ass. “Il Frignano dei Montecuccoli”



[1] Stemmario Caramelli-Papiani.

[2] Duca di Ferrara dal 1450 al 1471.

[3] A. Magnani, Memorie Istoriche del Frignano, a cura di P. Bernardoni, Il Trebbo, 2007, p. 63.

[4] Ibidem , pp. 66-67.

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