Il Manoscritto di Francesco Gregori

Scriveva Cesare Campori nella prefazione di “Raimondo Montecuccoli. La sua famiglia e i suoi tempi”, Firenze, G. Barbera editore, 1876 :

“Dai diplomatici modenesi e dagli storici italiani contemporanei, troppo poco consultati dai nostri insino ad ora, e meno poi dagli stranieri, trarremo materiali per estenderci alquanto sulla Guerra dei trent’anni, più parcamente procedendo poscia pe’ tempi men di questo memorabili. Né mancano all’archivio estense altri documenti che dicono di Raimondo e della sua famiglia. Da questi, non che da opere a stampa, trasse sunti un medico Francesco Gregori di Spilamberto, che incominciò anche a stendere una storia de’ primi anni di Raimondo; la quale, lasciata da lui incompleta, fu letta come lavoro suo da G. B. Venturi, scienziato e letterato di buon nome, all’istituto di Milano. Dagli eredi del Venturi, acquisitore dei documenti raccolti dal Gregori, furono questi venduti al duca Francesco IV, e di una parte di essi, nel sunto che presso di sé ritenne il Gregori, si adorna la doviziosa collezione di manoscritti del conte Giorgio Ferrari-Moreni di Modena, dalla gentilezza del quale ebbi facoltà di esaminarli[i]“.

Nel 2009, in occasione del IV° Centenario della nascita di Raimondo Montecuccoli; Paolo Bernardoni ha curato la trascrizione del manoscritto risalente al 1788 attualmente conservato nella Biblioteca Estense di Modena con segnatura gamma S.3.3 e già appartenuto a Cesare Campori; veramente, pur con i limiti da altri già segnalati, si tratta di un’opera che può suscitare ancora un qualche interesse, in particolare per le notizie che fornisce relative ad Ernesto, zio di Raimondo, e per la lunga descrizione degli episodi locali inseriti nel più vasto quadro della guerra di Castro.

Di alcune cose riguardanti la vita, costumi, ed azzioni del Principe Raimondo Montecuccoli né primi vent’anni di sua carriera militare, con altre del Conte Ernesto Montecuccoli suo maestro, che danno qualche idea del gareggiare di quei tempidi Francesco Gregori (1788); a cura di Paolo Bernardoni, Collana “Quaderni Storici di Montese, III” , Il Trebbo, 2009.

 



[i] Lo zelo infaticabile del Gregori nel tener nota di ciò che pertiene alla storia dei Montecuccoli, sembra trasfuso nel suo conterraneo, il signor Carlo Fabriani. A lui vado debitore di molte notizie risguardanti quella famiglia e le montagne ov’ebbero lor feudi.

Padre Marco d’Aviano

Padre Marco d’Aviano tra i protagonisti del film 11 settembre 1683, arrivò alla Corte di Vienna nel settembre 1680. Il suo arrivo venne celebrato con una Santa Messa con un suo sermone proprio in quella Chiesa dei Cappucini di Linz dove un mese dopo verrà tumulato il cuore e i visceri di Raimondo. Il nostro Generale non partecipò a quella messa; i cappuccini (ma soprattutto Padre Marco) stavano diventando sempre più influenti sul religiosissimo imperatore Leopoldo. La proposta del Montecuccoli di riforma dell’esercito si scontrò così con il potere dei Cappuccini che la bloccarono con la scusa che vi erano problemi più urgenti da trattare. Per approfondire: Padre Berardo Rossi, Raimondo Montecuccoli un cittadino dell’Europa del Seicento, Edizioni Digigraf, 2002, pp. 349-350.

 

 

Ottime notizie dal giornalino del Comune: 550 000 euro per i lavori di restauro al Castello di Montecuccolo.

Ottime notizie dal giornalino del Comune: 550 000 euro per i lavori di restauro al Castello di Montecuccolo.

 

E’ in fase di ultimazione il bando per l’affidamento di ulteriori, importanti, lavori di restauro e consolidamento al Castello di Montecuccolo. Dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie in particolare quella fondamentale della Soprintendenza ai beni artistici e ambientali, così, a primavera partiranno i lavori di definitivo restauro e messa in sicurezza della torre campanaria del castello mentre sarà anche ripristinata la parte del muro di cinta crollata. Contestualmente, tutto il tratto di mura adiacente sarà sottoposto a un importante lavoro di bonifica, con la realizzazione di drenaggi per favorire il defluire dell’acqua piovana e, dove necessario, di consolidamenti alla base delle mura stesse. Inoltre, sarà coperta con materiali idonei, la caldaia posta all’esterno del castello, per ridurne l’’impatto visivo. Il costo dei lavori è di 550.000 euro, 50.000 dei quali stanziati dal Comune di Pavullo, mentre i rimanenti  500.000 arriveranno da un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, sempre sensibile e attenta quando si tratta di tutelare il patrimonio artistico e culturale del nostro territorio.

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Riparata la campana della torre del Municipio

Lo scorso 24 ottobre, a cura dell’Amministrazione Comunale, è stata rimossa dalla sua sede, la campana della torre municipale, per subire una riparazione nella parte del gancio di sostegno. Dopo 20 giorni, è stata riposta nella sua sede abituale.  La campana, ha una sua lunga storia, collegata all’istituzione, nel 1819 del  Comune di Pavullo  e alla costruzione dell’attuale sede comunale con la relativa torre dell’orologio. Nel 1832, poi, Pavullo è elevato a capoluogo del Frignano, subentrando a Sestola, e diventa sede di tutti i delegati del Governo del Ducato di Modena. Nel 1841, sulla sommità della torre fu collocata la campana, fusa a Spilamberto dalla ditta Serafino Gallieri (o Galfieri) e che riporta il primo stemma comunale di Pavullo, adottato nel 1831 su proposta del filologo Marco Antonio Parenti da Montecuccolo. Vi è riportata pure la figura di un santo, forse il Patrono San Bartolomeo. Dopo gli avvenimenti bellici della Seconda Guerra  Mondiale, la campana, fu rifusa nel 1978 dalla ditta Capanni di Castelnovo Monti, su iniziativa del compianto notaio Amato Cortelloni, benefattore di Pavullo e deceduto in quello stesso anno e d’intesa con l’Amministrazione Comunale dell’epoca. Cortelloni fece pure riparare la bandiera tricolore in ferro posta sopra la campana.

Antonio  “Tonino” Parenti

“Adì 21 feb. 1609 nacquemi a Montecuccolo un altro figlio chiamato Raimondo”.

“Una lettera che la contessa Anna nel maggio del 1606 indirizzava alla Duchessa. diceva del primo suo viaggio a Montecuccolo, dove, come siamo per dire, partorì essa nell’ottobre il suo primo figlio; e delle festose accoglienze ricevute dai sudditi, e come soddisfatta rimanesse del castello feudale, dove alternativamente con Modena tenne poi essa dimora. In una carta nell’archivio di sua famiglia, della quale si ha copia nell’archivio di stato e nella collezione Ferrari, ci dà conto ella medesima della nascita de’ molti suoi figli, e dice: “La prima creatura ch’io feci fu un putto nel 1606 30 ottobre di nome Fabrizio, e nacque a Montecuccolo: fu battezzato a Modena nella capella nuova di S.A. , Ser.ma. Lo tenne al sacro fonte la Ser.ma Duchessa di Modena, ed il Ser.mo Gran Duca di Toscana, e per S.A. il signor Boni suo Ambasciatore residente in Modena. Adì 4 aprile 1608 mi nacque una figlia che ebbe nome Havaniglia, e morì di 11 mesi incirca”. (Intorno a questa sua prima figlia è detto in altra carta di Anna che nacque in Modena il 4 aprile, giorno del venerdì santo alle ore 22, e che la cerimonia del battesimo fu fatta nell’anticamera della duchessa, all’altare ove si dice la messa. La tennero al sacro fonte la principessa Giulia e il cardinal d’Este.). Le parole con che annunzia la contessa la nascita di Raimondo correggono un errore nel quale incorsero i biografi di lui che avvenuta la dissero nel 1608, quando cioè nasceva Havaniglia, errore che evitar si poteva consultando il Memoriale da Raimondo presentato all’imperatore Leopoldo,ove ei dice che a 16 anni entrò nel 1625 al servigio imperiale. Scriveva dunque la contessa: “Adì 21 feb. 1609 nacquemi a Montecuccolo un altro figlio chiamato Raimondo”. Segue poi: “Adì 6 aprile 1610 un altro figli chiamato Fabrizio”. (Era morto il primo d’egual nome). “Adì 11 febbraio 1612 nacquemi una figlia chiamata pure Havaniglia. 17 feb. 1613 nacquemi un altro figlio chiamato Massimiliano.” (Che poi si fece gesuita.) “15 settembre 1614. Nacquemi un altro figlio che si chiama Alberto. 15 novembre 1615. Nacque una putta che si chiamò Havaniglia.” (Era premorta anche la seconda di tal nome. Questa terza è indicata in un albero della famiglia Montecuccoli col nome di Anna che per avventura corrisponde ad Havaniglia. Forse è quella della quale diremo aver scritto la madre al cardinal d’Este: altro di lei non sapendosi, è probabile morisse giovane.) “20 febbraio 1617. Nacque un putto che si chiamò Nicolò.” (Premorì al padre.) “30 agosto 1618. Nacquemi una putta che si chiamò Giuliana.” (Sarà nata in Brescello ove era allora Galeotto, e sarà quella che si fece monaca nel monastero di San Geminiano di Modena col nome di suor Giulia Teresa.) Le nacque postumo nel 1619, e forse in Modena, un altro figlio, al quale impose il nome del defunto marito, e di lui sarà detto a suo luogo. Nel castello di Montecuccolo si mostra tuttavia a chi lo visita la stanza ove nacque Raimondo, il quale sarà stato battezzato nella chiesa stessa del castello dedicata a San Lorenzo, che è nominata in una carta del 1569 dell’archivio Montecuccoli. E da poco tempo era stata quella chiesa costruita, sapendosi che gli antichi feudatarii venivano battezzati in quella di Renno che era la parrocchia loro”.

Tratto da “Raimondo Montecuccoli. La sua famiglia e i suoi tempi” di Cesare Campori 1876

 

Modellino di Raimondo Montecuccoli opera di Piersergio Allevi , pittura di Giorgio Taucer. Lo si veda in http://allevi-piersergio.blogspot.it/