Galeotto Montecuccoli

Galeotto, padre di Raimondo, nacque nel 1570 da Fabrizio Montecuccoli e da Paola Stavoli.

Galeotto, nonostante che il padre avesse per breve tempo servito sotto il Duca Ercole II in quel di Correggio, ereditò più dagli zii la tradizione delle armi.

Il 1593, stando alle cronache giunte fino a noi, vede Galeotto arruolato come soldato di ventura nell’esercito imperiale impegnato a quel tempo, in quelle guerre contro i Turchi che già vedevano in prima linea il conte Luigi, lo zio Costanzo e il conte Sebastiano comandante di tre compagnie di cavalleria secondo quanto narra Raimondo Montecuccoli nella sua opera sull’Ungheria. Altrettante compagnie, scrive sempre Raimondo in una lettera all’Imperatore, erano state assegnate al padre Galeotto.

Nel 1599 Galeotto è di nuovo a Montecuccolo.

Un giorno trovandosi a Sestola in compagnia di un tal Pinotti di Monzone e di un altro loro compare il cui nome rimane ignoto, uccisero con colpi d’archibugio un certo Domenico Filippucci da Montebonello senza che questi, pare, avesse loro fatto alcun torto. Compiuta l’impresa si rifugiarono nel territorio che i Pio avevano nel Frignano. Il Governatore della Provincia del Frignano, Conte Orazio Sacrati, nonostante il Filippucci fosse considerato un malavitoso, imbastì un processo per omicidio contro Galeotto.

Massimiliano Montecuccoli si adoperò per fare uscire Galeotto dallo stato Estense ed egli si diresse in Francia dove, probabilmente, incontrò il cugino Alfonso (ramo di Sassostorno) che si trovava in missione in quelle terre per conto del Granduca di Toscana.

I due cugini rimasero insieme solo per poco perché Galeotto desideroso di riprendere le armi, tornò in servizio per l’Impero, in Croazia in uno degli assedi (1601 o 1602) di Canissa (Nagykanizsa) di cui rimane traccia anche negli Aforismi scritti da Raimondo. Furono azioni estremamente sanguinarie e sfortunate e nel secondo assedio (quello del 1602) l’Impero perse tutta la sua artiglieria, i vettovagliamenti e la stessa tenda dell’arciduca Ferdinando.

Pare che Galeotto, in tale circostanza, comandasse delle truppe toscane forse di quelle che erano giunte lì con Giovanni de’ Medici. In tutta Europa circolarono notizie dei grandi disagi e delle sofferenze che i soldati dovettero subire. I racconti erano talmente spaventosi che, secondo quanto narra lo Spaccini, lo stesso Duca di Modena Cesare d’Este, dovendo inviare cinquecento soldati agli spagnoli in Fiandra, dovette arruolare a forza contadini e carcerati perché impossibilitato a trovare volontari essendo tutti timorosi di doversi, invece, recare in Croazia

In ogni caso nel 1602 Galeotto era di nuovo a Montecuccolo e dovette ricevere dal Duca Cesare d’Este una sorta di perdono per i suoi precedenti trascorsi A dimostrazione di ciò il Duca di Modena accettò la proposta dei Montecuccoli di porre Galeotto a capo di 500 uomini da opporre a una sollevazione sorta in quel periodo nella lucchesia ben descritta nelle opere del Tassoni. In quella circostanza assieme a Galeotto furono anche altri Montecuccoli a meritare gli elogi: Enea conte di Semese , espertissimo generale veterano delle guerre con Venezia e di quelle di Fiandra, Luigi feudatario di Renno, soldato e diplomatico, ed Alfonso già citato. La fine di questa breve guerra consentì di scongiurare l’intromissione della Spagna invocata dai lucchesi. Nello stesso anno (il 1603) moriva il conte Massimiliano zio di Galeotto, governatore della Garfagnana e consigliere di stato, il quale dopo la morte del fratello Fabrizio aveva retto per conto del fratello, l’amministrazione del Feudo di Montecuccolo. I fratelli di Massimiliano (zii di Galeotto) avanzarono pretese sul feudo di Montecuccolo e chiesero a gran voce che a Galeotto non venisse riconosciuto alcunché. <il tutto diede origine a scontri che sfociarono in un processo durante il quale gli zii tentarono di far dichiarare loro nipote incapace di succedere nel feudo mettendo in dubbio la legittimità dei natali di Galeotto.

Il duca Cesare mandò quindi un sindaco camerale a prendere possesso del castello di Montecuccolo e il feudo venne dato in governo ad un podestà in attesa che il tribunale chiarisse i dubbi.

Non sappiamo se le parti arrivarono ad una composizione della disputa perché gli zii di Galeotto desistettero dalle loro pretese o perché la sentenza del tribunale fu loro contraria avendo recuperato l’atto di legittimazione di Galeotto. La cosa certa è che nel luglio dell’anno successivo (1604) Il Duca Cesare d’Este investì Galeotto del feudo di Montecuccolo.

Dovette sembrare naturale al Duca Cesare e, forse, ancor più alla duchessa Virginia, di mettere al fianco di una testa calda come quella di Galeotto, una donna colta e posata che fosse in grado di tenere a freno certe intemperanze e che potesse con la sua cultura, attenuare le asprezze caratteriali del Montecuccoli.

Così il 26 Novembre 1605 : Galeotto II° Montecuccoli e Anna Bigi si sposarono con gran cerimonia presso il Palazzo Ducale di Modena.

Le notizie sui novelli sposi rimangono scarse fino al 1612 anno che gli storici riportano come denso di cure per la prole già numerosa e per la gestione del feudo.

Il 1613 fu caratterizzato dalla guerra di successione per il Monferrato e vide l’ammassarsi truppe ai confini della Garfagnana (allora territorio del Ducato Estense) che il re di Spagna inviava in soccorso del duca di Mantova contro quello di Savoia. Il Governatore spagnolo di Milano, appoggiando invece il Duca di Savoia, chiese a Cesare d’Este di impedire il passaggio sul suo territorio di quelle truppe. Il Duca di Modena affidò l’incarico di interdizione a Galeotto che venne così messo a capo di un contingente consistente. In realtà, pressato dal Re di Spagna da una parte e dal Duca di Savoia dall’altro, Cesare d’Este diede ordine di rinforzare le frontiere ma di fare comunque passare le truppe alla spicciolata e senza dare troppo nell’occhio. L’operazione servì comunque al Duca per rinforzare i propri confini, cosa che tornò molto utile allorquando i Lucchesi tentarono l’ennesima conquista della Garfagnana. In tale circostanza, ancora una volta, Galeotto fu messo alla testa della milizia ducale forte di 700 uomini alla quale si aggiunsero 400 militi frignanesi. La guerra terminò con il consueto intervento della Spagna invocato dai lucchesi che avevano avuto la peggio.

Nel 1616 arrivò notizia a Montecuccolo della morte del conte Luigi Montecuccoli che era allora governatore di Brescello. Il Duca di Modena affidò a Galeotto il compito di sostituire il suo parente.

Brescello, in quel periodo era situato in una posizione nevralgica perché oltre a fronteggiare il Po, si trovava al confine con i Ducati di Mantova dei Gonzaga e quello di Parma dei Farnese. Nel 1618 mancò poco che non si addivenisse ad una guerra a causa di certo isolotto sorto nel Po, e per un argine che recava gran danno a Gualtieri. L’esercito mandato da Cesare d’Este passò al comando di Galeotto ma la cosa terminò senza guerra.

La carica di governatore e le nuove responsabilità non fecero certo modificare il carattere del Montecuccoli. Le repressioni e gli abusi di Galeotto furono all’origine di un forte sentimento di rancore che i cittadini di Brescello dimostrarono di nutrire nei confronti del loro governatore.

Questo rancore si trasformò presto in vero e proprio odio tanto che nel 1619 il Montecuccoli si ammalò improvvisamente ed esistevano già allora fondati sospetti di un avvelenamento. Mentre Galeotto riceveva l’estrema unzione, il popolo festeggiava con canti balli e fuochi artificiali che il podestà, ripreso aspramente dal Duca Cesare, attribuì, poi, ai normali festeggiamenti della Madonna della Ghiara di Reggio Emilia.

La moglie Anna, incinta di quello che sarà il suo ultimogenito che nascerà postumo al padre assumendone in memoria il nome, non volle che la sepoltura di Galeotto avvenisse in quelle terre così piene d’odio nei confronti del marito e lo fece trasportare a Modena dove venne tumulato nella chiesa di san Pietro.

Galeotto lasciava dopo di sé una numerosa famiglia (*), la quale, alla nascita del figlio postumo, si componeva di cinque figli maschi e di due femmine vale a dire: Raimondo, Fabrizio, Massimiliano, Alberto, Galeotto, Havaniglia, e Giuliana, che più tardi si farà monaca nel monastero di San Geminiano di Modena col nome di Giulia Teresa. Tutti furono, nel testamento, posti sotto tutela della madre.

(*)

Una lettera che la contessa Anna nel maggio del 1606 indirizzava alla Duchessa, diceva del suo primo viaggio a Montecuccolo, dove partorì nell’ottobre il suo primo figlio, delle festose accoglienze ricevute dai sudditi. In un documento nell’archivio della sua famiglia, della quale si ha copia nell’archivio di stato e nella collezione Ferrari, ci dà conto della nascita dei suoi molti figli, e dice: “La prima creatura ch’io feci fu un putto nel 1606 30 ottobre di nome Fabrizio, e nacque a Montecuccolo: fu battezzato a Modena nella capella nuova di S. A. Ser.ma. Lo tenne al sacro fonte la Ser.ma Duchessa di Modena, ed il Ser.mo Gran Duca di Toscana, e per S. A. il signor Boni suo Ambasciatore residente in Modena.

Adì 4 aprile 1608 mi nacque una figlia che ebbe nome Havaniglia, e morì di 11 mesi incirca.” (Su questa prima figlia si riporta in altro documento che nacque in Modena il 4 aprile, giorno del venerdì santo alle ore 22, e che la cerimonia del battesimo fu fatta nell’anticamera della duchessa, all’altare ove si dice la messa. La tennero al sacro fonte la principessa Giulia e il Cardinal d’Este.)

”Adì 21 feb. 1609 nacquemi a Montecuccolo un altro figlio chiamato Raimondo”. Segue poi: “Adì 6 aprile 1610 un altro figlio chiamato Fabrizio.” (Era morto il primo d’egual nome.)

“Adì 11 febbraio 1612 nacquemi una figlia chiamata pure Havaniglia 17 feb. 1613 nacquemi un altro figlio chiamato Massimiliano.” (Che poi si fece gesuita.) “15 settembre 1614. Nacquemi un altro figlio che si chiama Alberto.

15 novembre 1615. Nacque una putta che si chiamò Havaniglia.”

“20 febbraio 1617. Nacque un putto che si chiamò Nicolò.” (Premorì al padre.)

“30 agosto 1618. Nacquemi una putta che si chiamò Giuliana.” (suor Giulia Teresa.)

Dopo la morte del padre nel 1619, probabilmente a Modena, nacque infine l’ultimo figlio che verrà battezzato con il nome di Galeotto in memoria del padre.